lunedì 23 novembre 2015

Recensione: Albion - Ombre, di Bianca Marconero

Oggi parliamo del secondo capitolo di una delle poche serie italiane che seguo! Lo so che dovrei leggere più autori italiani ma... non ce la posso fare. Rimedierò, prima o poi.

Titolo: Albion - Ombre
Autore: Bianca Marconero
Pagine: 500
Prezzo: 14, 90 €
Casa Editrice: Limited Edition

Trama:
Marco Cinquedraghi e i suoi amici hanno scoperto di essere portatori di una peculiarità genetica che si fonda nella leggenda. Sono le nuove incarnazioni di Artù e dei cavalieri della Tavola Rotonda. Ma qual è il prezzo del loro privilegio. A cosa si deve rinunciare per guadagnarsi un destino già scritto? Marco preferisce non chiederselo​. Saranno​ gli errori commessi e le bugie a trascinarlo in una spirale che lo obbligherà ad aprire gli occhi, mentre anche ​l’eredità di mago Merlino ​si risveglia e reclama il proprio tributo. Tra amicizie che si incrinano, amori condannati per le colpe del passato, l’ombra di una fata leggendaria e un’indagine su una morte sospetta che sembra portare a una tragica verità, i ragazzi dell’Albion College proseguono il loro cammino per diventare grandi​. Ma​ capire cos’è​ la vera grandezza comporta un sacrificio​ che ognuno di loro dovrà affrontare da solo, per salvarsi.

Voto: 
4/5

Ci eravamo lasciati nel 2013 con il primo capitolo di questa tetralogia, intitolato Albion. Ci eravamo poi rivisti con la pubblicazione della novella Diario di un'assassina. Ora eccoci qui, con Ombre. E onestamente, il primo commento che ho da fare è "Dove cavolo è il prossimo volume?!".

Come avrete capito, sia dalle stelline che gli ho dato che dallo sclero qui sopra, a me Ombre è piaciuto davvero.
Nonostante una leggera lentezza nelle prime cinquanta pagine, probabilmente anche dovuto al fatto che dovevo riabituarmi all'atmosfera generale e ai personaggi che non vedevo da un po', il resto è poi volato via come una scheggia. L'ho persino portato in università (e non ho capito nulla della, barbosissima, lezione di linguistica) quando la borsa pesava già un quintale, dovevo stare via 9 ore e le 500 pagine si facevano sentire. Ma no, io dovevo sapere come andava avanti la storia. Ed è in questo momento che sai che un libro funziona.

Ombre riprende dove Albion si era concluso: a Santiago di Compostela, insieme a tutti i personaggi principali che abbiamo l'opportunità di veder cambiare parecchio (ma ho idea che Bianca abbia ancora diverse cosine in serbo per noi) durante la lettura.
Marco è, onestamente, un po' meno faccia da schiaffi. Ha degli amici, si affida completamente (anche troppo) al suo compagno di stanza, e cerca di fare la cosa giusta... a volte con scarsi risultati. Soprattutto nella seconda metà del libro mi ha fatto rimangiare quasi tutte le belle cose che avevo pensato di lui nella prima metà, ma posso capire che le vecchie abitudini siano difficili da lasciar andare e soprattutto che è necessario affrontare i propri demoni prima di riuscire a fare la cosa giusta. Una volta toccato il fondo, si può solo risalire.
Ma veniamo un momento al compagno di stanza di cui parlavo prima: Lancaster. Chevalier. Du Lac. Anche conosciuto come il mio futuro marito. No, scherzi a parte, Lance è praticamente perfetto, tanto perfetto da non riuscire mai a comprenderlo del tutto. E non è solo un problema mio, ma l'aura di mistero che gira attorno a Lance, sia per quanto riguarda le sue azioni che per i suoi sentimenti, ha dato da pensare anche a molti dei personaggi. Spero davvero che nei prossimi due volumi si riesca a scavare un po' più a fondo, anche sotto la patina luccicante di perfezione che lo avvolge. 
Abbiamo modo, in Ombre, di vedere molto di più anche di Erek e Deacon, i due borsisti al centro delle nostre vicende. Il primo soprattutto in relazione con Samira, che avevamo conosciuto meglio in Diario di un'assassina. E se c'è una cosa che posso dirvi è che Erek è un personaggio ancora tutto da scoprire, ma quel poco che ho visto per ora mi piace decisamente.
Ora, il secondo di cui vi parlavo è Deacon. E su di lui ho dei sentimenti abbastanza contrastanti. Di sicuro non è uno incline al perdono, anzi! Penso che se ci fosse una gara per chi tiene il muso più a lungo, Deacon la spunterebbe tra tutti i personaggi (anche se Marco e Helena potrebbero opporre un po' di resistenza), e non è esattamente una caratteristica che mi fa impazzire. Però l'ho trovato piuttosto cambiato rispetto ad Albion, in cui mi era apparso molto meno autoritario rispetto ad ora, forse complice anche il comportamento iniziale di Marco.
Veniamo alle donzelle di questo libro: una la conosciamo già, ed è Helena Gomez, che ogni tanto mi ha dato qualche filo da torcere. Sebbene io comprenda parecchie delle sue decisioni, mi rimane oscuro come la comunicazione tra lei e Marco (per colpa di entrambi) non funzioni. Neanche a giocare al telefono senza fili uscivano cose tanto complicate. La stessa autrice, se leggete le sue note (le trovate insieme all'edizione in ebook) ci dice che loro due sono "un ragazzo incapace di spiegarsi e una ragazza che non si sforza di capire".
L'altra di cui volevo accennarvi è Morgana, su cui però non posso dilungarmi troppo perché vorrei evitare spoiler. Ciò che ci tengo a dirvi è che mi ha effettivamente tenuto sulle spine fino agli ultimi capitoli, perché non ci viene mai svelato troppo, come giusto che sia, e quindi risulta un po' più complicato capire da che parte stia.
Insomma, Ombre è essenzialmente dedicato alla crescita di alcuni personaggi, in modo da portarli a capire qualcosa di se stessi, a fare la cosa giusta o, per lo meno, a prepararli per le avventure che devono ancora affrontare.

Cosa è rimasto dell'Albion che conoscevamo? Beh, diverse cose. I misteri infiniti, i poteri magici sempre più evidenti e importanti, le giostre e la scherma. Ma vengono introdotte diverse dinamiche nuove (tra i vari personaggi ma non solo) e un arcano tutto da svelare, con antagonisti incappucciati e archivi da setacciare.

Bianca Marconero, con cui ho avuto il piacere di scambiare due chiacchiere, un po' è la stessa e un po' ci sorprende con risvolti a volte inaspettati. I suoi capitoli sono corti (e grazie al cielo non sono l'unica che non scrive capitoli da 20 pagine!) e finito uno non vedi l'ora di leggere quello successivo, senza il deterrente del "è troppo lungo e non riesco a finirlo!", così dopo questo ne vorrete leggere un'altro ancora. 
In più, se siete lettori attenti, scoprirete mille citazioni da fumetti ("E tu da che parte stai?"), da film ("Lance è un oceano di segreti") o da canzoni. E se, come me, ne avete colte solo la metà, rimediate e leggetevi - se potete - le note dell'autrice.

Insomma, ora capite il perché dell'aver completamente perso la lezione di linguistica? 
Bene, allora ci risentiamo con Eredità.

Prima o poi farai un errore non rimediabile. 
Prima o poi scriverai il tuo finale in modo che nessuno possa più cambiarlo.

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